Cos’è un viaggio sensoriale?
Quando si parla di vacanze per disabili, si pensa quasi sempre a persone con difficoltà motorie o in sedia a rotelle. Eppure, anche le persone non vedenti e ipovedenti possono incontrare delle difficoltà, prima tra tutte l’impossibilità di ammirare panorami e opere d’arte.
Il viaggio sensoriale nasce proprio per questa categoria di persone.
Sentire il mondo, non vederlo
Gran parte dei tour e dei musei sono pensati per persone vedenti, anche quando cercano di essere accessibili. Il focus è quasi sempre sulla vista, il che causa delle ovvie difficoltà in chi non può usarla. I viaggi sensoriali vanno oltre questo limite.
L’idea alla base è molto semplice: dare agli altri sensi la stessa dignità che si dà alla vista. Di conseguenza, la vacanza non è più solo un modo per vedere un posto, ma diventa un’occasione per sentirlo a tutto tondo.
La spiegazione è per forza di cose generica, dato che i viaggi sensoriali si possono declinare in mille modi diversi. L’esempio più banale sono i tour gastronomici, per coloro che apprezzano il buon cibo e il buon vino.
Anche quando il focus non è il cibo, però, è sempre cura degli organizzatori dare rilievo a tutto ciò che si può toccare e annusare. Via libera quindi ai musei tattili, alle attività in mezzo alla natura, ai concerti e alle attività artistiche. Affascinante anche il tour accessibile in India, tra i mercati delle spezie e i ristoranti più particolari.
Non solo per ipovedenti
Benché il viaggio sensoriale nasca per i non vedenti, può essere un approccio piacevole anche per coloro che riescono a vedere. Consente infatti di vivere il turismo da un punto di vista diverso dal solito, in qualche modo più pieno di qualsiasi viaggio basato solo sulla vista.
Anche per questo motivo, i viaggi sensoriali stanno diventando popolari in generale, anche tra coloro che non hanno alcuna disabilità o che hanno una disabilità di tipo diverso. Si stanno infatti moltiplicando le realtà turistiche che propongono esperienze di viaggio, più che semplici visite. Le località non vengono più scelte solo per ciò che c’è da vedere, ma anche per la quantità di stimoli sensoriali che propongono.
Tutto questo rende il turismo sensoriale un’ottima scelta per i gruppi nei quali c’è solo una persona non vedente: dato che offre un’esperienza di viaggio pensata davvero per tutti e che verte su un intero ventaglio di sensi, non c’è il rischio che qualcuno – non vedente o meno – si senta escluso.
Consigli per non vedenti in viaggio
La teoria del viaggio sensoriale è meravigliosa, ma bisogna tenere comunque a mente alcune difficoltà oggettive per chi è ipovedente o non vedente. In stazione, consultare i tabelloni con gli orari dei treni è impossibile, ad esempio. Qualsiasi oggetto lasciato a terra o qualsiasi porta a vetri può diventare una piccola trappola.
Gli edifici pubblici stanno lavorando per ridurre al minimo le barriere architettoniche per le persone ipovedenti, integrando percorsi sensoriali e indicazioni in braille. È però importante che anche i tour operator agiscano in tal senso.
Un esempio virtuoso sono le escursioni a Pompei senza barriere, concepite per essere accessibili a persone con qualsiasi forma di disabilità. Oltre a passerelle per chi si muove in sedia a rotelle, sono previsti anche braccialetti elettronici per le persone non vedenti, che servono per ricevere informazioni e rimanere insieme al gruppo.
Largo quindi ai viaggi sensoriali, ma prestando sempre attenzione anche a chi li organizza per divertirsi a 360° e senza barriere.